Perdita del lavoro e rischio di suicidio
Per molte persone la perdita di un posto di lavoro non solo significa la perdita del reddito e i benefici ad esso connessi ma anche la perdita della propria identità.
del 09/02/15 - di Dr.Antonio D'urso
Per molte persone la perdita di un posto di lavoro non solo significa la perdita del reddito e i benefici ad esso connessi ma anche la perdita della propria identità. La Perdita del lavoro influenza in maniera drammatica l'autostima, provocando un'esperienza psicologicamente traumatica, portando molti alla disperazione e alla depressione.
Secondo uno studio condotto nel 2009 dal Journal Psychology of comunity l'improvviso calo del reddito così come la perdita del lavoro, causerebbe un aumento nei tassi di crescita della depressione, quindi perdere un lavoro può rivelarsi particolarmente traumatico per gli uomini i quali tendono ad investire la propria identità nel lavoro, cosa che invece sembrerebbe meno rilevante nelle lavorano così come nelle donne.
Il rischio di suicidio aumenta con l'età, infatti gli uomini che sono senza lavoro a volte vedono se stessi come inutili e spesso descrivono la perdita di un lavoro utilizzando termini "catastrofici" e "devastanti", inoltre i disoccupati hanno un rischio due volte maggiore di suicidio in quanto in essi si verifica un aumento di problemi psicologici connessi ad un abbassamento del reddito, ciò significa con molta probabilità che i problemi psicologici connessi alla disoccupazione continueranno a crescere nel prossimo futuro.
Come affrontare la perdita del lavoro?
E 'perfettamente normale per una persona cambiare d'umore e piangersi addosso dopo la perdita di un lavoro, tuttavia è importante ricordare che la carriera non rappresenta la propria identità, quindi e importante separare la propria autostima dal proprio posto di lavoro altrimenti si rischia di innestare nella propria mente un esperienza di sintomi psicologici caratterizzati da: shock, paura, panico, rabbia, depressione, ansia e alla fine disperazione (che è proprio quest'ultimo stadio a portare al suicidio).
Inoltre sembrerebbe che la perdita del lavoro provoca anche un cambiamento nell'inversione dei ruoli all'interno della famiglia dove la moglie si andrebbe a sostituire a quello dell'uomo come "capo famiglia" comportando sintomi ancora più gravi quali deliri e allucinazioni, ma queste non sembrano essere le uniche complicanze psicopatologiche, infatti alcuni studi mostrano che in alcuni casi queste persone possono sviluppare anche un Disturbo Depressiovo Maggiore, questa infatti è una condizione psicologica molto grave che include sintomi quali:
- Sentimenti di inutilità, di auto-odio o senso di colpa
- Sentimenti di impotenza e / o disperazione
- Stanchezza o la mancanza cronica di energia
- Irritabilità
- Difficoltà di concentrazione
- Perdita di interesse nelle attività un tempo piacevoli, come un hobby o di sesso
- Insonnia o ipersonnia (sonno eccessivo)
- Isolamento sociale
- Alterazioni dell'appetito e del corrispondente aumento di peso o perdita
- Pensieri o comportamenti suicidari
Particolarmente importante per il sostegno di queste persone è l'aiuto di uno specialista, i trattamenti includono farmaci antidepressivi come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), la terapia cognitivo comportamentale o entrambi.