Ancora un no per la Grecia da parte dell’Unione Europea

Abbiamo parlato qualche giorno fa del ritardo della Grecia nell’invio del piano che avrebbe dovuto risollevare il paese ed allontanarlo dalla crisi che l’avviluppa ormai da tempo (trovate tutte le informazioni utili nell’articolo: “La Grecia ha chiesto un giorno in più“)
del 12/03/15 -

Ebbene, il piano è arrivato alla Commissione Europea qualche giorno fa, anche se purtroppo da Bruxelles non sono giunti i commenti positivi auspicati.

I primi incontri per ridiscutere le mosse inizieranno proprio oggi, e già essi sono stati definiti con tanta (difficile) diplomazia: accogliendo la richiesta di Tsipras l’incontro si svolgerà a Bruxelles, visto che il paese non gradisce esponenti dell’UE sul territorio, ma allo stesso tempo saranno presenti ad Atene alcuni rappresentanti dell’Eurogruppo, che vuole controllare le mosse dei greci.

Troppo lenta la risposta della Grecia

Ciò che ha indispettito più di tutto il capo dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem è stata la lentezza della risposta di Atene. Nessun pagamento verrà effettuato, ha dichiarato Jeroen, finché non si sarà trovato quantomeno un accordo in linea generale riguardo alle riforme, e soprattutto prima che esse non siano state messe in atto.

La replica del paese di certo non si è fatta attendere: Yanis Varoufakis, ministro delle finanze greco, ha risposto per le rime, dichiarando invece che Atene è stata molto rapida a rispondere a circostanze che, come ha detto il ministro, “abbiamo solo ereditato”.

LE NEGOZIAZIONI ANCORA NON SONO PARTITE

E’ questo ciò che afferma Dijsselbloem: finora si sono avute molte discussioni preliminari, ma non si sono creati veri e proficui tavoli di discussioni.

Il motivo di tutto ciò sta in una sostanziale discrepanza di intenti tra il governo greco e i leader dell’Unione Europea. Se infatti l’unico tavolo rilevante per l’Eurogruppo è quello a cui siedono i tecnici, lo stesso non si può dire per il neoeletto presidente Ellenico. Tsipras infatti, a quanto testimonia Dijsselbloem, predilige i canali “politici”: finora infatti si sono avute numerose telefonate a Juncker e sono state inviate varie lettere vergate da Varoufakis.

E proprio Varoufakis pare fermo e deciso sulle sue decisioni: “La troika intesa come un gruppo che arriva nei ministeri ed impone politica che hanno fallito è finita”, ha dichiarato, lasciando quindi intendere che la Grecia non ha alcuna intenzione di sedere al tavolo con i tecnici.

Anche Dijsselbloem però, sembra irremovibile: solo i tecnici, secondo lui, sono in grado di analizzare la reale situazione in cui versa il paese, e quindi di decidere quali sono le misure da prendere. Ha poi aggiunto che è possibile dividere i pagamenti in due tranches, ma che anche per questo è irrinunciabile la messa a punto delle riforme, e quantomeno l’inizio della loro attuazione.

E tu, cosa ne pensi del caso Grecia? Credi che i tecnici siano così necessari, o gli accordi possono essere presi anche sul piano politico? Diccelo in un commento qui sotto!



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