Il Punto sul Toro dopo l'uscita dalla coppa Italia
Granata fuori dalla Coppa Italia
del 19/08/13 - di Cesare Bumma
Ferragosto per tutti anche per Tuttotoro. Volevo dire quanto era importante per il Toro riprendere la strada ormai da troppo tempo lasciata della ribalta nazionale e la Coppa Italia sarebbe stata sarebbe stato il trampolino di lancio per una società che vive con lo sguardo all’indietro rivolto al passato.
Volevo dire che era giunto il momento per Ventura di aprire un nuovo scenario per la sua carriera in verità priva di successi ma ricca di riconoscimenti. Volevo dire che il Torino merita di più comunque. Volevo dire che i successi arrivano quando la Società è strutturata, il gruppo è formato da una giusta miscellanea di tecnica-fisicità-esperienza e talenti giovanili.
Volevo dire che i moduli bloccati vanno bene se hai undici campioni specialisti ma se hai undici giocatori di livello medio devi sfruttare al massimo quelle che sono le loro caratteristiche.
Volevo dire che far “frullare la palla” partendo da dietro funziona se hai portiere, centrali e laterali che con la palla hanno grande feeling, ma Glik, Rodriguez e Padelli non appartengono a questa categoria e non scordiamoci che Moretti , titolare del Torino di questi tempi, a trentadue anni e riserva nel Genoa l’anno scorso, altro non può essere che il primo rincalzo difensivo.
Volevo dire che a centrocampo l’unico punto fisso, al momento attuale, è Bellomo, giovane dalle enormi potenzialità e dalla tecnica necessaria per ricoprire quello che in ogni squadra rappresenta il fulcro del gioco.
Volevo dire che le caratteristiche di Immobile, i tagli rapidi negli spazi, El Kaddouri, la rapidità e il dribbling, Cerci, la devastante corsa sulla riga laterale per arrivare al suggerimento al centro o alla chiusura per calciare magistralmente in gol col sinistro sensibilissimo, sono le armi più letali per colpire in velocità nelle cosiddette ripartenze.
Cerci attaccante, El Kaddouri mediano offensivo e Immobile circoscritto dalla presenza di un centravanti di ruolo come Larrondo rappresentano il tentativo ambizioso ma anche pericoloso di piegare giocatori importanti a snaturare le loro qualità e caratteristiche.
Volevo alla fine dire, tornando a Bellomo ed El Kaddouri, che bisogna mettere i nostri creativi a disposizione del gioco d’attacco affiancandoli con due mediani forti nella chiusura come Basha e Gazzi. Non è assolutamente vero che Gazzi non serve al Toro.
L’anno scorso la squadra più amata dai torinesi è crollata nelle ultime dieci partite quando il rosso ha finito la benzina dopo due terzi di torneo incredibile nel chiudere gli spazi in un centrocampo asfittico sempre costretto in inferiorità numerica contro tutti gli avversari.
Abbiamo perso la qualificazione in casa contro un avversario di serie B rimaneggiato. Grande ed ennesima amarezza per i tifosi granata che non può essere cestinata dal responsabile tecnico addossando la colpa ad alcuni errori.
Di errori ne commettono tutti e il Pescara l’altra sera ne ha commessi forse più del Toro. Rifletta Mister Ventura e si ricordi che modificare gli assetti e cambiare non è un’ammissione di debolezza ma invece è sintomo di intelligenza calcistica.
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