Scuola: per la Corte di Giustizia UE, le norme di precariato sono contro il diritto dell'unione
E' una vittoria che si ripercuoterà su tutto il pubblico impiego - ha dichiarato l'avvocato Domenico Naso - ora avvieremo in tempi rapidi anche i ricorsi anche per tutti i precari Afam, Sanità, Regioni ed Enti locali, Ministeri ed Enti pubblici
del 27/11/14 - di Domenico Naso
“Sul piano strettamente legale – ha dichiarato l’avvocato Domenico Naso commentando la sentenza della Corte di Giustizia Europea sull'abuso dei contratti a termine – la sentenza odierna, ha stabilito che il quadro normativo italiano per gli incarichi di supplenza annuali nelle scuole pubbliche, non è conforme alle disposizione Europee nella parte in cui non disciplina un criterio certo, anche sotto il profilo temporaneo, di assunzione del personale utilizzato con contratti a termine, non prevedendo neanche un regime sanzionatorio per contrastare l’abuso e la reiterazione dei contratti stessi. Pertanto – ha proseguito Naso – tale sentenza si ripercuote in tutte le ipotesi ove sia presente un abuso dell’uso dei contratti a termine, pur riconoscendo che sia possibile, con le giuste cautele, la sostituzione del personale della scuola in caso di assenza del personale titolare. I contratti, di conseguenza, dovranno prevedere specificatamente le ragioni che giustificano il rinnovarsi di un ulteriore contratto a termine, nonché la durata massima dei loro rinnovi. Stante il quadro attuale della normativa – ha sottolineato Naso – il Giudice nazionale, ove accerti l’esistenza dell’abuso e dell’ingiustificato utilizzo dei contratti a termine, dovrà risolvere il contenzioso conformemente alla decisione e ai principi espressi dalla Corte di Giustizia, in quanto tale decisione vincola ugualmente i giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile. Tutto questo – ha precisato Naso – avrà la diretta conseguenza che, ove il lavoratore dimostri di essere stato utilizzato “illecitamente” attraverso la stipula reiterata dei contratti a termine, potrà richiedere al Giudice Nazionale il riconoscimento del risarcimento del danno, ovvero ogni altra misura idonea a tutelare il proprio diritto di lavoratore e anche, ove ne sussistano le condizioni, la conversione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Infine – ha concluso Naso – la Corte ha affermato, in modo chiaro ed esaustivo, che l’accordo-quadro va applicato a tutti i lavoratori senza che si debba distinguere in base alla natura pubblica o privata del datore di lavoro, imponendone il rispetto al fine di prevenire ogni abuso in caso di successione dei contratti di lavoro a tempo determinato.”