Allarme errori sanitari: in 6 anni +30% le richieste di risarcimento

Gli ospedali italiani sono sempre più sotto accusa da parte di pazienti vittime di presunti errori medici. Sono infatti in netta crescita nel nostro paese le richieste di risarcimento danni avanzate dai cittadini.
del 14/03/11 -

Gli ospedali italiani sono sempre più sotto accusa da parte di pazienti vittime di presunti errori medici. Sono infatti in netta crescita nel nostro paese le richieste di risarcimento danni avanzate dai cittadini. Negli ultimi 6 anni si è registrato un aumento del 30%: da una media di 50 sinistri l’anno si è passati a circa 65 per singolorichieste risarcimento danni ospedale. Con il Centro e il Sud del Paese che fanno registrare numeri allarmanti: se nel 2004 nei confronti delle strutture pubbliche del Centro si registrava una media di 58 richieste danni, nel 2009 si è infatti passati a ben 85.
È la fotografia che emerge dai dati del secondo rapporto della Medmal Claims Italia, realizzato dalla società di brokeraggio Marsh su un campione di 74 ospedali pubblici: 36 del Nord, 31 del Centro e 7 del Sud. Rispetto al primo rapporto, che si basava su un campione di 41 strutture pubbliche, questa volta è stato ampliato il campione fino a 74 aziende, che equivalgono a più del 90% delle aziende ospedaliere e sanitarie pubbliche in portafoglio.
Dall’indagine emerge che il numero complessivo delle richieste danni è salito di anno in anno, per un totale in sei anni di circa 20 mila. Nel 2004 si contavano 1.015 sinistri, 1.934 nel 2005, 2.904 nel 2006, 4.115 nel 2007, 4.880 nel 2008, 4.794 nel 2009. Calcolando invece il numero medio di richieste danni per singolo ospedale, abbiamo: 56 richieste nel 2004, 50 nel 2005, 62 nel 2006, 67 nel 2007, 73 nel 2008, 72 nel 2009.
Il rapporto scompone però i dati anche in base all’area geografica, fornendo elementi significativi. Si scopre infatti che mentre nel Nord la media dei sinistri per singolo ospedale è passata in sei anni da 63 a 68, nel Centro si è passati da 58 a 85. E nel Sud da 14 a 43. Analizzando ancora il dato medio per singola struttura sanitaria, il Nord “produce” il 34,73% del totale dei sinistri, il Centro il 38,57% e il Sud il 26,77%.
L’indagine traccia anche l’identikit delle persone che chiedono i danni. L’82% delle richieste è avanzata dai pazienti, il 10% dai visitatori (ad esempio i familiari dei ricoverati) e il 3% dagli operatori sanitari. A guidare la classifica per tipologia di rischi, è il rischio clinico con il 69,16%; seguono gli infortuni che si verificano all’interno e all’esterno della struttura (parcheggi, scale, etc.) per l’11,65%; i danni alla proprietà (oggetti personali, protesi ecc.) per l’11,31%; i rischi professionali per il 2,30%.
L’analisi delle motivazioni che hanno spinto ad avanzare la richiesta di risarcimento vede al primo posto le lesioni (74,88%) seguite dai danni alle proprietà (11,30%), decesso 7,60% e danno economico (circa 1%). Le principali tipologie di errori denunciati sono chirurgici (25%), diagnostici (16%) e terapeutici (13%), cadute di pazienti e visitatori (11%), danneggiamenti a cose (7%), smarrimenti e furti (5%). Le aree cliniche maggiormente interessate sono: struttura e parti comuni (15%), pronto soccorso (14%), ortopedia (12%), chirurgia generale (11%), ostetricia e ginecologia (7%) e medicina generale (4%).
Dai dati è emerso che si registrano 9,68 sinistri ogni 100 posti letto, 2,59 ogni 1.000 ricoveri, 16 ogni cento medici e 7,05 ogni cento infermieri. I tassi variano in relazione all’area geografica. In particolare, i tassi diminuiscono se si prendono in considerazione le strutture sanitarie del Nord, aumentano considerevolmente al Centro e diminuiscono al Sud.
“Se si prendono due fattori come i posti letto e il personale medico si può affermare ad esempio – spiega Emanuele Patrini, Healthcare Risk Manager della Marsh Spa – che il tasso per i posti letto varia da 8,59 sinistri ogni 100 al Nord, 11,13 al centro e 9,73 al Sud. Per i medici, si varia da 14,57 eventi ogni 100 al Nord, 19,07 al Centro e 12,23 al Sud”.
La maggior parte delle richieste di risarcimento danni sono denunciate entro i primi 6 mesi dalla data dell’evento. Più della metà entro 2 anni. “Nel corso dei sei anni – sottolinea Patrini – sono state chiuse circa il 24% delle richieste danni, mentre resta aperto poco più del 50% di pratiche (9.927), e un ulteriore 20% circa risulta senza seguito (3.840). Le pratiche che vengono denunciate spontaneamente dalle singole aziende a scopo precauzionale sono invece circa il 5% (937)”.
L’aumento del numero delle richieste danni comporta parallelamente anche la crescita dei costi assicurativi. Un aspetto, questo, che sta mettendo in fuga le compagnie assicuratrici. A livello nazionale il valore assicurativo di un posto letto è stimato intorno a 2.235 euro, un singolo ricovero intorno a 60 euro, un medico 3.690 euro e un’infermiera 1.630 euro.
Nel dettaglio, la specialità di ortopedia ha un costo di 3.690 euro per posto letto e circa 89 euro per ricovero. Invece un discorso differente va fatto per l’ostetricia e la ginecologia che ha un costo più elevato per posto letto (piu’ di 5.310 euro), ma piuttosto contenuto per singolo ricovero (86 euro).
“Se attraversiamo l’Italia da Nord a Sud – spiega Patrini – si osserva che questo dato varia. Un posto letto al Nord costa circa 2.200 euro, al Centro 2.225 euro e al Sud quasi 2.115 euro. Per il personale medico ci sono delle variazioni che vanno dai 3.727 euro del Nord, i 4.155 euro del Centro, ai 2.656 euro del Sud”.



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