Banana Republic 2
Dalla repubblica delle banane, l’ennesima illusione dimagrante: la cavitazione, una rottura di “palle”.
del 18/01/11 - di Giuseppe Musolino
OCCHIO, MALOCCHIO, PREZZEMOLO E FINOCCHIO
È più forte di me: non sopporto tutta quella congrega non meglio identificata di imbonitori che mi disquisisce con fare scientifico ora della patata quarantina, ora del pelo incarnito. Quelli che pensano di risolvere ogni problema con una tisana. Non posso elencarli qui per ovvi motivi, ma ci siamo capiti. Li riconoscerei fra mille. Mi basta guardarli, prima ancora che parlino. Non fanno altro che creare ancora più caos in un settore in cui di certezze già ce ne sono poche.
Ecco cosa dice una ragazza di uno di questi: “Mi ha guardato nell’occhio e mi ha detto un sacco di cose tutte vere. Secondo lui avevo uno scompenso ovarico, da curare immediatamente. Mi ha dato una cura assolutamente inaspettata. Niente diete strane, niente farmaci, ma solo vitamine e minerali. Che dire, non ho mai saputo di avere uno scompenso ovarico perché tutti i controlli che ho fatto erano sempre nella norma, ma lui è riuscito a intuire il mio problema!”. Praticamente, un indovino.
Se tutti fossimo dotati di buon senso, la questione non si porrebbe perché questa gente starebbe dove dovrebbe, cioè a pulire le scale. Ma se il mondo fosse popolato solo da gente dotata di buon senso, saremmo in tutto non più di un pugnettone di amici. Perciò, tocca stringersi e tenersi le scale sporche.
ACCERCHIATO
Ma la succitata cricca non è l’unica a farmi dannare. Dal lato esattamente opposto ci sono i medici, per la maggior parte dei quali invece non esistono altro che i farmaci per trattare i pazienti. Il fatto che tantissime patologie debbano (non “possano”) essere trattate prima di tutto con dieta e attività fisica, è una nozione che per loro resta sulla carta. Pura teoria. Ne ho avuto ennesima esperienza diretta recentemente: una situazione di glicemia elevata, con annessa dislipidemia e obesità (insomma, uno dei tanti casi di Sindrome metabolica) attaccata immediatamente con i farmaci senza neanche porre una (una sola!) domanda sul tipo di alimentazione seguita o sul livello di attività fisica, né quindi attuare alcuna modifica sugli stessi. Eppure è scritto su tutti i libri: primo, intervenire modificando dieta e stile di vita. Primum non nocere, lo avete giurato.
E i farmaci nocciono.
POLTRONE
Non è tutto. A completare l’opera ci si mettono anche i media. Un esempio per tutti. Il “Corriere della sera” presenta così una delle tante metodiche pseudo dimagranti degli ultimi tempi: “Una curiosità che piacerà ai pigroni incalliti: niente fatica, nessun impegno. Si sta sdraiati nel più completo relax, volendo si guarda un film o si ascolta la musica, e si può perfino schiacciare un pisolino. Intanto il calore agisce e la ciccia lentamente si trasforma”. Questo è quanto l’uomo comune vuole sentirsi dire: rilassarsi e dimagrire. Niente fatica, nessun impegno. Che pacchia!
Tutto ciò deve far pensare. Se una testata autorevole come la succitata si esprime ancora oggi in questi termini, la situazione è preoccupante. Questo riflette le capacità cognitive di un popolo. Un popolo poltrone, tele-comandato. Un paese che va a puttane mentre quello va a mignotte. Una nazione che crede nei miracoli ma che se Padre Pio fosse qui lo sfiderebbe ai voti in un reality. Beati i primi, e che gli ultimi se la fottano.
$O$
I dati dicono che il 98-99% di chi dimagrisce con una dieta riprende poi tutti i chili e spesso anche di più. Ed è vero: il dimagrimento ha un’altissima percentuale di fallimento. Questo ha permesso ad alcuni di affermare che la dietetica sia inefficace. Invece, la terapia nutrizionale resta attualmente l’unico mezzo “naturale” valido e validato per la correzione del peso corporeo. Purtroppo, però, la recidività esiste, ma essa è da imputare a due motivi.
Primo, la gente non vuole soffrire. E ciò include il non volere privarsi di una fonte di godimento come il cibo (ma ormai si dovrebbe sapere che le terapie dietetiche più valide sono proprio quelle che cercano di evitare la proibizione).
Secondo, proprio sulla base del primo punto, una moltitudine di ciarlatani più o meno scaltra ha intuito il punto debole e iniziato a subissare di informazioni fuorvianti con lo scopo di attrarre verso i propri intere$$i: non si contano i modelli dietetici e le “invenzioni” più improbabili che continuano a rifilarci. Tutto ciò allontana dalla verità e dai risultati. Ecco perché la dieta fallisce: troppe distrazioni, troppi messaggi sbagliati.
E non si fa in tempo a finire di parlare dell’ultima che è già pronta la nuova… cavicazzata.
CAVITAZIONE…
Avevo appena finito di irridere la dieta della banana, quand’ecco che l’ombra “peniena” si riallunga subdolamente. In principio furono le fasce vibranti, poi vennero gli elettrostimolatori, le pedane tremolanti e ora… ancora altri vibratori! Una società in preda al Parkinson autoindotto.
L’ultima illusione proposta si chiama “cavitazione”. Si tratta dell’ennesima promessa di far dimagrire senza necessità di sottoporsi a interventi chirurgici, dieta o attività fisica. Per arrivare a capire in cosa consista, occorre come al solito mettersi a navigare e iniziare a districarsi in un oceano di inesattezze.
Cominciamo con la definizione di cavitazione che più spesso si ritrova in giro: “Il metodo consiste nella formazione di microbolle all’interno di un liquido, che, con l’aumento della tensione di vapore, raggiungono la loro massima espansione fino ad un collassamento; implodendo, queste microbolle generano una piccola onda d’urto tale da provocare la disgregazione degli adipociti, con la conseguente liberazione dei trigliceridi in essi contenuti”.
Tutto ciò è appunto un oceano di inesattezze.
… E CAVICAZZONI
Innanzitutto, mi sono chiesto a quale “liquido” ci si riferisse. Ho provato a domandare in giro a qualcuno che propone il metodo e la risposta che più spesso ho ottenuto è stata che si tratta del liquido interno alla cellula adiposa. Questa risposta mi ha ulteriormente confermato ogni mia opinione sui succitati imbonitori. Perché ancora non ve l’ho detto, ma indovinate un po’ da chi è praticata la tecnica… Esatto: estirpacalli, depilatori, tosatori, erbaroli, fruttaroli, frullatori. E Franco, ché quello non manca mai.
Allora mi sembra il caso di dover rivelare a costoro un segreto. La caratteristica del grasso è proprio quella di essere idrofobo: l’adipocita è pressoché privo di acqua (1)! Questo è il “segreto” che ci ha permesso di arrivare fin qui con l’evoluzione. La conservazione dell’eccesso calorico come adipe ha rappresentato un’ingegnosa tecnica di risparmio di spazio, in quanto ha permesso di stivare grasso con poca acqua (al contrario di ciò che accade con i carboidrati). Ciò ha conferito al tessuto adiposo una capacità di crescita praticamente illimitata. Ed ha consentito ai nostri avi di poter stivare il grasso (quindi energia preziosa) come riserva per i periodi di carestia (2). Cioè, ci ha permesso di sopravvivere.
Infatti, indagando meglio, ho scoperto che quel “liquido” a cui ci si riferisce è quello extracellulare, interstiziale.
Ma andiamo avanti.
PALLE PIENE
In questo liquido, le micropalle si caricano di energia e, quando raggiungono una certa tensione, implodono. Questa implosione genererebbe un’onda d’urto tale da provocare la disgregazione degli adipociti, con la conseguente liberazione dei trigliceridi in essi contenuti. A questo punto, mi sorge allora un’altra perplessità. La membrana cellulare degli adipociti è resistentissima, molto più di altri tessuti circostanti, tanto che il pannicolo adiposo costituisce un’importante barriera protettiva per il nostro corpo (3). E anche questa è una caratteristica che ci ha consentito di evolverci, perché ai primordi le molecole di grasso, proprio grazie al loro ottimo incapsulamento, hanno potuto resistere ad ogni condizione esterna e svilupparsi nel brodo primordiale.
Quindi: primo, non vedo come la membrana possa “rompersi”; secondo, se anche ciò avvenisse, non oso pensare ai danni che potrebbero venire a realizzarsi a carico delle cellule non adipose…! L’ultrasuono, infatti, non colpisce soltanto il tessuto grasso, ma anche il muscolo, gli organi e l’apparato scheletrico; addirittura attraverso quest’ultimo giunge alla mandibola e persino al timpano (non a caso, durante il trattamento si avverte un non rassicurante sibilo continuo nelle orecchie).
Per non parlare dei danni locali che potrebbero verificarsi se l’esposizione agli ultrasuoni divenisse prolungata: eritemi, flogosi tissutale, rottura di capillari, cistiti…
SUPPOSTE
Altra domanda: sempre supponendo che questa disgregazione della cellula grassa avvenga realmente, non c’è il pericolo di determinare un’ipertrigliceridemia (soprattutto nelle obesità maggiori) in seguito alla liberazione di tutto quel deposito?
E ancora, il contenuto di una cellula adiposa non è solo grasso, ma (soprattutto per la cellula adiposa bruna) anche organuli (mitocondri, nucleo), proteine (UCP) ecc.: dove va a finire tutta questa roba dopo l’ipotetica disgregazione dell’adipocita? Alcuni sostengono che il materiale liberato venga poi accompagnato con un linfodrenaggio ai gangli vicini e infine smaltito attraverso fegato, reni e circuito linfatico. Ma (sempre nel campo delle supposte) tutto questo mi farebbe pensare ad un surplus di lavoro per i succitati organi interni, non certo benefico. Per inciso, questo drenaggio aiuta l’eliminazione anche dei liquidi, il che può spiegare quell’estemporanea perdita di un mezzo centimetro di circonferenza dopo una seduta (e poi recuperato da lì a poco) millantato da qualche esaltato.
Perle finali. La metodica viene consigliata a quei pazienti che vogliono dimagrire ma “non vedono di buon occhio la sala operatoria”. Ma perché, mi chiedo: c’è qualcuno che “gradirebbe” andare in sala operatoria???
Infine, si raccomandano sedute di mantenimento periodiche. E la cosa non mi meraviglia affatto. I costi variano da 100 a 200 € a seduta, per un numero delle stesse che può arrivare anche a più di 15 (ergo, oltre 3000 euri totali!): mi pare ovvio consigliare “sedute di mantenimento periodiche”…
Personalmente, ne ho tratto un’unica certezza: devo aumentare le mie tariffe.
2012
Se riusciremo a sopravvivere alla fine del mondo, tre anni dopo le persone con problemi di peso saranno due miliardi e mezzo, di cui 300 milioni obese. E qui si continua a giocare al piccolo chimico con creme, banane e cavetti... È palese che questo significa approfittare dell’ignoranza (intendo non conoscenza) e della credulità della gente. Vorrei che ci si rendesse conto che se il processo della cavitazione fosse solo lontanamente efficace, gli ideatori avrebbero di sicuro vinto il Nobel per la medicina, giacché il mondo aspetta la risoluzione dell’obesità come la manna dal cielo. Invece, del metodo non si trova neppure traccia in alcun motore di ricerca scientifico.
L’antitrust ha recentemente fatto un ottimo lavoro sul famigerato “Danacol” della Danone e sul “Pro-Active” della Uniliver, multando le due società per pubblicità ingannevole dopo che le stesse avevano buggerato il povero italiano boccalone per anni (e ora il tapino cerca di mandarla giù a forza di “lo sapevo, io”), ma è troppo poco, è solo una goccia in un oceano. Su queste pagine, certi fatti (al di là dei succitati) si sbandierano da anni: la prossima volta provate a passare prima da qua, magari guadagnereste tempo. Ne abbiamo le “palle piene”. Vi si da tempo fino al 2012, perché dopo potrebbe essere troppo tardi. Poi potrebbe esser rimasto solo un “pugnettone di amici” che non avrebbe più bisogno di voi.
BANANOGRAFIA
1.Ahima RS, Adipose tissue as an endocrine organ, Obesity (Silver Spring), 14 (Suppl 5), 242S-249S, 2006.
2.Neel JV, Diabetes Mellitus: a “thrifty” genotype rendered detrimental by “progress”?, Am Journ Hum Genet, 14, 353-362, 1962.
3.Albright AL, Stern JS, Adipose tissue, In: Encyclopedia of Sports Medicine and Science, TD Fahey (Editor), Internet Society for Sport Science, 1998.
PARAFRASI (ovvero, sottotitoli per non "udenti")
A chi si stesse chiedendo cosa c'entri tutto questo con la ragion di stato, si fa notare che il tema portante dell'articolo non è certo la cavitazione, ma la presa per i fondelli dell'italicus boccalone. E dunque, primo: quale miglior esempio dell'infinocchiamento coatto amorevolmente elargito dai politici? Secondo: è fin troppo superfluo sottolineare come siano proprio gli organi di governo ad autorizzare col loro lassismo simili imbonimenti. Troppo occupati a infinocchiarci?