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Celebrazioni Unità d’Italia siano occasione per unire il Paese. No al federalismo senza solidarietà

Penso sia corretto dare solennità, come abbiamo fatto oggi, al Consiglio Regionale in occasione delle celebrazioni per l’Unità d’Italia. Sarebbe però opportuno andare oltre la retorica e cercare di saldare la frattura che divide il paese reale dalla politica.
del 21/03/11 -

Penso sia corretto dare solennità, come abbiamo fatto oggi, al Consiglio Regionale in occasione delle celebrazioni per l’Unità d’Italia. Sarebbe però opportuno andare oltre la retorica e cercare di saldare la frattura che divide il paese reale dalla politica.

È interessante a questo proposito un recente sondaggio Ipsos secondo cui il 73% degli intervistati si dichiara “orgoglioso di essere italiano” e il 18% “orgoglioso con riserva”. Percentuali molto significative a cui però bisogna affiancare un’altra statistica per cui il 49% degli italiani pensano che siano più le cose che dividono da quelle che uniscono il nostro Paese, mentre solo il 44% crede che siano di più quelle che uniscono.

È la fotografia di un paese diviso, bloccato, in cui dovremmo ragionare su un tema fondamentale come la disuguaglianza, declinata secondo tante dimensioni: generazionale, di genere, territoriale. I giovani non hanno spazio, le donne sono per lo più fuori dai luoghi decisionali, il Sud Italia non riesce a risolvere gli annosi problemi che lo attanagliano, ma nell’agenda politica la cosiddetta “questione settentrionale” ha ormai sostituto quella meridionale.

La disuguaglianza più grave riguarda probabilmente le donne: l’occupazione femminile in Italia non supera il 47%, mentre per le donne senza figli tra i 25 e i 54 anni il tasso d’occupazione è del 63% contro il 75% della media europea, solo Malta ha una percentuale più bassa. Anche le differenze salariali con i colleghi uomini sono ancora ampie, un dato che ci dimostra quanto il merito non sia ancora riconosciuto.

A questa situazione si aggiunge una crisi economica a cui la politica non riesce a dare risposte, e non aiuta il fatto che la parola “territorio” abbia sostituto la parola “lavoro” nell’agenda politica.

Sul federalismo, così come concepito dal centrodestra, abbiamo forti perplessità. Per Sinistra Ecologia Libertà, quando si parla di federalismo, è fondamentale coniugare responsabilità e solidarietà.

La soluzione federalista alle problematiche economiche sembra ridursi allo slogan “usare le risorse lì dove sono state prodotte”, ma le priorità per il nostro paese sono ben altre, come la lotta all’evasione fiscale, la tassazione sulle rendite finanziarie, la promozione della legalità.

Su questioni come il nucleare poi, troviamo nell’attuale giunta regionale posizioni diametralmente opposte al tanto propagandato spirito federalista, con la sostanziale abdicazione ai piani nuclearisti di Roma. E invece il Piemonte, che ospita l’80% delle scorie nucleari italiane, avrebbe bisogno della solidarietà di tutte le altre regioni, proprio in un’ottica federalista.

La nostra speranza, in questi giorni di celebrazioni, è che la politica possa far dire un giorno a tutti gli italiani che sono più le cose che uniscono rispetto a quelle che dividono.



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