Come rendere di più al lavoro? Allenandosi tutti i giorni
L’indagine sul mondo del lavoro del Randstad Workmonitor
del 16/05/14 - di Alessandro Lucchinetti
Per otto lavoratori su dieci compiere attività fisica regolare permette di ottenere migliori risultati anche in ufficio. Eppure solo un terzo dei datori di lavoro permette di praticare sport durante l'orario lavorativo e appena il 37% mette a disposizione una palestra o attrezzature sportive in azienda. Una mancanza che per i dipendenti non sembra costituire un problema, perché la forma fisica è considerata prima di tutto una responsabilità personale.
“I lavoratori italiani sembrano fedeli al motto 'mens sana in corpore sano' - afferma Marco Ceresa, Amministratore Delegato di Randstad Italia -. La convinzione che l'attività fisica sia di aiuto anche nelle performance di lavoro è ampiamente diffusa tra i dipendenti di tutto il mondo, ma in Italia si nota una particolare attenzione al benessere lavorativo (http://bit.ly/1iS2uL5) e psicofisico, percepito come il frutto di una combinazione di worklife balance e attività fisica regolare. Di certo, un lavoratore in forma fisicamente e mentalmente sta meglio e approccia con maggiore ottimismo e proattività la giornata lavorativa;in questo modo contribuisce meglio agli obiettivi di business. L'impresa non può che trarre beneficio da questo atteggiamento positivo che si riflette sulla quantità e qualità produttiva. Deve, anzi, incentivarlo con un supporto concreto ad uno stile di vita sano”.
L’indagine sul mondo del lavoro del Randstad Workmonitor (http://bit.ly/1mUmSiw), realizzata da Randstad, rivela che l'86% dei lavoratori italiani pensa che restare in forma sia una sua responsabilità e non del datore di lavoro (una percentuale alta, seppure inferiore alla media globale). E l'87% dichiara di avere abbastanza energia per andare a lavoro ogni giorno. Le imprese si stanno adeguando a questa tendenza? Il 63% dei datori di lavoro supporta attivamente uno stile di vita sano per i propri dipendenti. Il 51% propone cibo salutare nella mensa aziendale. Il 44% aiuta il lavoratore a restare “mentalmente” in forma, assicurando un job coach o un consulente dedicato. Ma solo il 37% mette a disposizione attrezzature da palestra in ufficio o sconti per acquistare attrezzature sportive. E appena un terzo (33%) permette di fare esercizio fisico o praticare sport durante le ore di ufficio.
Diversa la situazione in Nord Europa, dove gli imprenditori hanno dotato le loro aziende di attrezzature sportive oppure hanno stretto convenzioni con palestre esterne per i dipendenti.
Il Randstad Workmonitor ha analizzato un altro aspetto importante per i dipendenti o per chi cerca lavoro (http://bit.ly/1lmD7yg), oltre all'attività fisica e ai suoi risvolti sulla resa lavorativa, nella sfera del benessere personale e del “work life balance": l'esigenza della cura dei familiari e la disponibilità dei datori di lavoro a rilasciare dei permessi a questo scopo.
L'80% dei lavoratori viene aiutato dal datore di lavoro quando, a causa di motivi personali, è costretto ad assentarsi (nella media globale, il 77%). E nel 61% dei casi accetta assenze dovute alla necessità di doversi prendere cura di un familiare. Del resto, il 57% dei dipendenti italiani si direbbe pronto a lasciare il posto di lavoro, se l'azienda non lo permettesse.
“La cura dei propri familiari è un tema importante e molto sentito nel mondo produttivo, su cui in Italia emerge una sensibilità sia da parte dei lavoratori che dei datori di lavoro - commenta Marco Ceresa -. Più in generale, la relazione tra dipendenti e datori di lavoro su esigenze che attengono alla vita privata sembra essere solida nel nostro Paese. Gli stessi servizi che Randstad offre ai familiari dei propri clienti (es. orientamento) sono un esempio a conferma dei dati emersi.”