Intervista a Fabio Cento, regista, sceneggiatore e produttore del cortometraggio “NAKAY: Gold & Blood”
Fabio Cento, classe '86, nasce tra le Alpi della Valle d'Aosta. Appassionato di storia e leggende, con Charles E. Pellissier e la sua produzione indipendente “Oniros Films” dirige e co-produce diverse opere audiovisive; tra queste, spicca “Gorchlach: The Legend of Cordelia”, un ambizioso progetto storico-fantasy che gli ha permesso di vincere numerosi premi a livello internazionale, tra cui due importanti riconoscimenti oltreoceano all'US Hollywood Int'l Golden Film Award come Miglior Regista e Miglior Montaggio. Attualmente, insieme al produttore Charles Pellissier sta sviluppando un progetto d’avventura western, “The Curse of the Forbidden Skull”, che nel tempo si sviluppa nella forma di una vera e propria saga il cui prequel è “NAKAY: Gold & Blood”, il quale racconta le origini di un antico e oscuro artefatto: il Teschio Dorato.
del 07/11/24 - di Diffondi Libro
«Ci presenti il tuo progetto di saga cinematografica, di cui “NAKAY: Gold & Blood” è il primo capitolo?»
“Nakay: Gold and Blood” nasce dall’entusiasmo scaturito subito dopo la stesura del primo vero progetto di quella che ora è una saga, “The Curse of the Forbidden Skull”, progetto principale con ambientazione western e cronologicamente collocato secoli dopo gli avvenimenti raccontati in questo primo capitolo, che può essere considerato, appunto, una sorta di “prequel”. L’intento di “Nakay”, infatti, è quello di posare la prima pietra e introdurre al pubblico le origini di un’antichissima e oscura reliquia azteca, con una storia ambientata proprio nel suo luogo natio: il Messico. Il “Teschio Dorato”, così soprannominato, farà da filo conduttore a tutta la “Forbidden Skull Saga”; quest’antica reliquia proibita, infatti, collegherà tutte le storie di questo universo narrativo attualmente in sviluppo su più livelli temporali L’idea per questa saga è proprio quella di creare non solo delle opere audiovisive, ma anche fumetti, le cui storie si intrecceranno le une alle altre, completandosi e aggiungendo elementi narrativi a un universo in continua espansione.
«Quali sono state le fonti di ispirazione per la scrittura del tuo cortometraggio?»
In primis, in quanto amante dell’avventura e del fantasy, questo progetto nasce dall’ispirazione e come tributo ai grandi classici di riferimento, racchiudendo tutta la passione per i film pilastro di questo genere, come Jumanji, La Mummia, Indiana Jones e Apocalypto, per citarne alcuni.
Detto questo, il progetto è frutto di una lunga ricerca storica sul popolo Azteco, e nasce dalla suggestione data da alcune antiche leggende, secondo cui, in risposta alla crudeltà e al saccheggio dei tesori sacri, gli Aztechi, consapevoli della sconfitta imminente, con l’aiuto degli Dei, lanciarono terribili maledizioni sui conquistadores, condannandoli a generazioni di sfortune.
Infatti come tutti i grandi classici d’avventura che si rispettino, anche Nakay ha come fulcro la ricerca di una reliquia leggendaria. Non voglio anticipare molto, ma questa storia rivelerà le origini e l’esistenza di una reliquia venerata e temuta dal popolo azteco, legata a Huehuecoyotl, un antico dio dalle sembianze di coyote, caotico e decisamente poco prevedibile, che possiamo paragonare al Loki della cultura Norrena.
Da qui nasce successivamente l’idea di creare un titolo che potesse riassumere un concetto preciso: Nakay (Ñakay), infatti, è un’antica parola che in una delle lingue native americane esprime il concetto di “augurare una sventura o maledire qualcuno”. L’obiettivo era di richiamare un mondo lontano fatto di riti sacrificali, temute divinità e antichi oggetti sacri dagli oscuri poteri.
«So che avete girato diverse scene in oscure e ostili foreste. C’è una storia particolare legata a questa esperienza che vorresti condividere con noi?»
Girare Nakay, seppur breve, è stato davvero complesso e intenso. Abbiamo girato per due intere giornate in esterna, in alcune foreste che potessero dare l’idea di luoghi incontaminati e selvaggi. La scelta è stata talmente meticolosa da risultare una vera e propria spedizione alla conquista della natura più selvaggia. La location, per via della fitta vegetazione, dei corsi d’acqua e della conformazione del territorio, è risultata parecchio inospitale per umani e relativo trasporto attrezzature; non sono mancate infatti cadute random in live action, scivolate in acqua e sfregi da rovi di cui portiamo tutti ancora le cicatrici ahah. Ma dato il materiale ottenuto, si può dire che ne sia valsa la pena!
«Per “NAKAY: Gold & Blood” sono già stati creati props e armi di scena, sono stati noleggiati costumi e armature, sono state fatte le riprese ed è stato completato il montaggio. È giunto il momento di impegnarsi nella post-produzione e nella distribuzione nei festival nazionali e internazionali ma servono fondi. Per questo motivo hai attivato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Kickstarter. In che modi si può contribuire al tuo ambizioso progetto?»
Abbiamo finora sostenuto autonomamente tutti costi, senza alcuno sponsor o contributo esterno, e il budget che avevamo disposizione è ormai esaurito. Ma per concludere la post produzione dobbiamo coinvolgere e retribuire ancora molti professionisti per il lavoro necessario: color correction, ricostruzioni 3d, visual effects, colonna sonora, sound design e promozione. Proprio per questo motivo, abbiamo creato una campagna crowdfunding che potete trovare a questo link (https://www.kickstarter.com/projects/onirosfilms/nakay) per raccogliere gli ultimi fondi necessari, dove si potranno trovare informazioni e update sul progetto, foto e backstage sulla lavorazione e soprattutto dare l’opportunità a chiunque creda nel cinema indipendente italiano di contribuire attivamente alla conclusione e al successo di quest’avventura! Per ringraziare del supporto, abbiamo messo in palio premi di vario genere, tra cui oggetti di scena usati sul set, concept e artworks originali, materiale inedito e tanto altro ancora.
«Perché si dovrebbe investire nel tuo film? Quali sono tre pregi che rendono meritevole la storia che hai voluto raccontare?»
Quando si parla di “cortometraggio” in Italia, si parla ormai di generi ben precisi, spesso scelti con il solo scopo di vincere bandi, ottenere contributi da enti pubblici o essere selezionati in precisi festival. Si tende a fossilizzarsi quasi unicamente su tematiche a sfondo sociale, drammatiche oppure su commedie romantiche; un panorama claustrofobico, privo di fantasia e di stimoli. Il cinema è nato per farci esplorare altri mondi e per dar vita a storie e a visioni che possano trasportarci altrove.
Il mio intento infatti è quello di dare una visione differente del cortometraggio italiano, producendo progetti coraggiosi, che si distacchino totalmente dal panorama nostrano, senza vincoli di pensiero e sempre sognando in grande, come solo il cinema ci permette di fare. Investendo in un progetto come questo, si sostiene l’originalità e il coraggio di aiutarci a portare in Italia un genere differente che risulta una vera e propria novità per il panorama indipendente, puntando alla qualità e alla cura di ogni dettaglio, anche senza l’esigenza di grandi budget.
«Cosa significa per te il cinema? Lavorarci è da sempre stato il tuo sogno o avevi un piano B?»
Il cinema è la mia valvola di sfogo, l’unico mezzo che mi permette ancora di giocare, creando mondi e personaggi, proprio come quando da bambini si giocava con i pupazzi, inventando situazioni, dinamiche e dialoghi; tutti siamo stati un po' registi in quei momenti dell’infanzia. Lavorando da sempre nel settore della comunicazione e dell’intrattenimento, in quanto regista indipendente, posso dire che produrre in autonomia e dirigere un proprio progetto per quanto piccolo, è una delle più grandi e belle soddisfazioni che si possano avere; devi dare conto solo a te stesso e questo ti fa sentire libero di creare senza freni le storie in cui credi davvero, facendoti sentire sempre parte integrante del mondo che stai creando.
«Girare un film è un progetto collettivo che si sviluppa grazie al contribuito di molte persone: quali sono stati i tuoi partner in crime in questo grandioso e un po' folle progetto?»
Sarebbe da egocentrici sostenere il contrario, anche se avere a che fare con tante teste, non è sempre semplice ahah. Abbiamo avuto la fortuna per questo progetto, di essere un gruppo di lavoro abbastanza ristretto e coeso, anche se ci sono stati dei momenti che ci hanno messo a dura prova, non neghiamolo! Una piccola/grande squadra, per un corto dannatamente maledetto: Co-produttore: Charles-Emmanuel Pellissier - Produttore Associato: Mattia Baricca - Co-Sceneggiatore: Marco Ventura - Cast: Michele Del Greco e Pedro Bondanini - Direttore della fotografia/Supervisore VFX: Stefano Passera - Ambientazioni 3D: Mattia Baricca - Sound Design: David Alba - Prop Maker: Mattia Vignotto - Illustratore: Andrea Pulcini
Contatti
https://onirosfilms.com/
https://www.instagram.com/onirosfilms/
Link della campagna di crowdfunding su Kickstarter
https://www.kickstarter.com/projects/onirosfilms/nakay