Separazione dei beni gratis
Convenzioni matrimoniali e decisioni dei coniugi. Quale regime patrimoniale applicare alla nuova famiglia?
del 26/05/20 - di Leonardo Breccolenti
Quando due persone si sposano acquisiscono una serie di diritti e di doveri reciproci. Pensa, ad esempio, all’obbligo di fedeltà, a quello di contribuire al benessere economico e spirituale della famiglia o a quello di assistenza materiale e morale.
Tali condizioni, contenute nella nostra Costituzione, nel codice civile e in una serie di leggi speciali costituiscono il cosiddetto diritto di famiglia. Si tratta di una fetta del nostro sistema giuridico che si occupa di tutte le situazioni che riguardano sia il rapporto coniugale sia la relazione tra genitori e figli.
La disciplina sulla comunione dei beni è contenuta nel codice civile. Tale regime patrimoniale, in assenza di patto contrario, costituisce la regola generale del matrimonio.
Ne deriva che se i futuri coniugi non dispongono diversamente al momento delle nozze, a conclusione della celebrazione del rito la comunione dei beni viene applicata in automatico. In tal caso si usa il termine di comunione legale in quanto prevista direttamente dalla legge.
Il regime di cui stiamo parlando ha un fine specifico: quello di mettere in comune tutti i beni dei coniugi nonché la futura ricchezza che da essi deriva.
Questa è la regola generale, ma come spesso avviene vi sono le dovute eccezioni. Infatti, la comunione dei beni non ha carattere universale e non si applica a tutti i beni di marito e moglie.
Se i coniugi non vogliono la comunione legale devono dichiarare espressamente di voler adottare un regime patrimoniale diverso. In questo caso, la scelta è quella della separazione dei beni. Tale soluzione presenta delle caratteristiche esattamente opposte a quelle della comunione. Infatti, in tale ipotesi il patrimonio dei due sposi viene separato. Marito e moglie dunque, sotto il profilo economico, viaggiano ciascuno per la propria strada su due binari paralleli.
Il regime della separazione dei beni può essere scelto sia al momento delle nozze sia in una fase successiva.
Le conseguenze nell’uno e nell’altro caso sono le stesse: due patrimoni personali vengono mantenuti distinti per tutta la durata del matrimonio. Tuttavia, le procedure da seguire e i costi da sostenere sono differenti.
Vediamo perché.
Quando si sceglie il regime di separazione al momento della celebrazione delle nozze, non sono richieste particolari formalità. Infatti, a conclusione del rito (civile o religioso) gli sposi dichiarano di voler derogare alla regola generale della comunione dei beni e di voler adottare la separazione. Tale scelta viene annotata dal celebrante nell’atto di nozze e trascritta nel registro dello stato civile in maniera del tutto gratuita.
Sintesi estrapolata da un articolo pubblicato sul sito laleggepertutti.it redatto dall’Avv. Tiziana Costarella