Torrone: storia del dolce di Natale
Di questa barretta croccante incanta l'armonia dei profumi e dei sapori.
del 13/12/07 - di Alex Revelli Sorini
Di questa barretta croccante incanta l'armonia dei profumi e dei sapori. Mandorle o nocciole (intere e frantumate), amalgamate in un impasto di miele, zucchero e albume d’uovo montato a neve.
Ci sono diverse ipotesi circa la sua origine e il suo nome. Si dice che già nella Roma imperiale si terminassero i banchetti con un dolce fatto di miele, albume e mandorle. C’è chi avanza l’ipotesi che il Torrone sia nato nel meridione d'Italia nel '200, come derivazione di un tipico dolce arabo, fatto a base di mandorle, miele, zucchero e spezie, e che il termine provenga dal latino “torrere”, cioè tostare. La parola Torrone comparirebbe per la prima volta nei testi italiani di cucina del '500, come ad esempio nell'opera del Messisbugo, ma un testo spagnolo del 1475 riporta: «Turron: cierta golosina... almendras (mandorle) y miel», facendo presumere la provenienza iberica di questo dolce.
Una leggenda popolare lombarda, vuole invece che la profumata stecca mandorlata, abbia avuto il suo vero battesimo a Cremona, generata dalla creatività dei pasticceri della città, in occasione delle nozze che si svolsero nel 1441, tra Bianca Maria Visconti figlia del duca di Milano e il condottiero Francesco Sforza (futuri genitori di Ludovico ).
Per quest’occasione, i cuochi di corte crearono un “gateau” a forma di “Torrione”, simbolo della torre duecentesca che ancora oggi affianca la cattedrale. Il magnifico dolce prese il nome di torrone, e il successo fu tale da dare il via alla sua produzione artigianale. Secondo le diverse ricette regionali, il torrone può essere di pasta più o meno morbida, e arricchito con pistacchi, noci, cioccolato o fichi.
Oggi in tutta Italia, e in particolare in Lombardia, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Abruzzo, Calabria, Campania, è possibile indicare il Torrone fra le tipicità regionali, con procedimenti che variano a seconda delle aree di produzione.