ACQUA: 3,8 miliardi di bollette non pagate
Il 4,3% delle utenze in Italia non paga l’acqua, pari a 860.000 famiglie. Non è un problema di portafoglio (le bollette elettriche sono più alte ma vengono pagate), ma di una scarsa propensione al pagamento, dovuta a motivi storici, a semplice malcostume o a ragioni tecniche (come l’impossibilità a “staccare” l’acqua ad utenze condominiali).
del 27/09/13 - di Martina Corsini
Il 4,3% delle utenze in Italia non paga l’acqua, pari a 860.000 famiglie. Non è un problema di portafoglio (le bollette elettriche sono più alte ma vengono pagate), ma di una scarsa propensione al pagamento, dovuta a motivi storici, a semplice malcostume o a ragioni tecniche (come l’impossibilità a “staccare” l’acqua ad utenze condominiali).
Risultato? Un “buco” nelle casse dei gestori idrici pari a 3,8 miliardi di euro. Si tratta di crediti scaduti, ovvero superiori a 24 mesi, rilevati dal “Dossier sulla morosità nei servizi idrici”, presentato a Roma stamane da Federutility, la federazione che riunisce le aziende di servizi pubblici di acqua ed energia. Tra i clienti meno fedeli, spicca la Pubblica Amministrazione: l’8% dei Comuni è moroso, mentre lo Stato contribuisce per circa il 6,5%. Di questo e di altre emergenze del servizio idrico, si parlerà nel corso del Festival dell’Acqua, in programma dal 6 all’11 ottobre a L’Aquila (www.festivalacqua.org)
“Per comprendere l’impatto di questi numeri sul comparto idrico, occorre tenere presente che i quasi 4 mld di crediti scaduti deriva per il 45% da utenti domestici, rilevando un dato patologico per la tenuta economico-finanziaria del sistema”. Così Claudio Cosentino, Direttore dell’Area idrica di Federutility e coordinatore dello studio, che lancia l’allarme sugli investimenti in opere ambientali, pianificate ma spesso non realizzate per mancanza di copertura. “L’insieme dei gestori idrici riesce, con grande fatica, ad investire 1,2 mld all’anno in opere di protezione ambientale, ma il livello degli investimenti potrebbe essere decisamente più alto se riuscissimo a riportare ad un livello fisiologico il tasso di morosità nell’idrico”.
Il confronto è con i servizi energetici: nell’energia elettrica, infatti, il tasso di morosità si colloca all’1,2%, nonostante la spesa media per una famiglia italiana sia pari a 518 euro/anno contro i 231 euro/anno per i servizi idrici.
All’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) - che da due anni ha assunto le funzioni di regolazione e controllo anche sui servizi idrici e che sta definendo il nuovo metodo tariffario - Federutility chiede un sistema che premi l’efficienza dei gestori, stabilendo entro l’anno regole chiare e definitive, che coniughino insieme equità ed efficienza, attraverso l’incentivazione di sistemi di misura e telelettura.
Per Massimiliano Bianco - nuovo direttore generale di Federutility - “questo settore può e deve diventare capace di premiare le efficienze, come avviene per altri settori regolati. Tutti dobbiamo imparare a dare all’acqua il valore che merita, non soltanto a parole”.