E-commerce e commercio internazionale: come l’export digitale traina la crescita del Made in Italy all'estero

A firma di Marta Bonati, Country Manager di Ebury Italia
del 28/07/23 -

Negli ultimi anni il commercio digitale, a livello globale, è passato dal rappresentare il 15% del totale delle vendite al dettaglio al 22% e si stima che nei prossimi tre anni raggiungerà il 26%. Questa impennata può avere effetti positivi anche per la maggiore diffusione del Made in Italy, da sempre sinonimo di qualità, prestigio e riconoscimento del Bel Paese in tutto il mondo.

I dati Istat ce lo confermano: nel 2022, il settore è cresciuto del 20% con un incasso in più per le imprese di 104 miliardi di euro. L’export tricolore ha raggiunto un dato storico di 625 miliardi di euro. I settori trainanti che si impongono nel panorama mondiale vengono riconosciuti, non solo nelle cosiddette quattro A: abbigliamento, alimentare, arredamento, automazione, ma anche nel comparto deep tech.

Esportare le nostre eccellenze italiane può essere però molto complesso per le imprese poiché spesso non sono supportate da adeguate capacità distributive e di investimento. In questo scenario, il commercio online può rappresentare un modo per superare alcune di queste barriere. Sempre più imprese italiane, grandi e piccole, stanno investendo maggiormente sulle opportunità offerte dalla digitalizzazione, sfruttando le tecnologie emergenti per raggiungere nuovi mercati e ampliare la propria base di acquirenti, aprendo negozi online, creando piattaforme di vendita al dettaglio e sfruttando le opportunità offerte dal commercio transfrontaliero.

Anche il settore dei servizi sta vivendo un’espansione importante: diverse startup italiane stanno emergendo come leader nel campo delle soluzioni tecnologiche come fintech, intelligenza artificiale, turismo digitale o servizi di consulenza e stanno conquistando mercati internazionali grazie alle competenze eccellenti e all’offerta di soluzioni innovative ai clienti di tutto il mondo.

Tra i vantaggi dell’e-commerce c’è sicuramente l’abbattimento delle barriere geografiche e il conseguente allargamento del bacino di potenziali acquirenti, al fine di estendere il raggio di azione e conquistare fette di pubblico probabilmente non raggiungibili con il solo negozio fisico. Non solo, gli e-shop permettono di abbattere i costi gestionali (costi fissi notevolmente inferiori rispetto a uno store fisico), superare le rotture nelle catene di fornitura e di ridurre notevolmente i costi delle transazioni. Attraverso l'ecommerce, le aziende possono diversificare i loro mercati di destinazione, vendendo i loro prodotti in diversi paesi contemporaneamente. Questa diversificazione riduce il rischio di dipendenza da un singolo mercato e consente alle aziende di distribuire il rischio delle oscillazioni delle valute su più aree geografiche.

Con gli store online, le aziende possono, regolare i prezzi dei loro prodotti per adattarsi alle oscillazioni delle valute: ad esempio, fissando i prezzi in base al tasso di cambio della valuta del paese in cui si effettua l'acquisto e questo consente loro di mitigare gli effetti delle fluttuazioni valutarie sul margine di profitto. Il mondo delle fintech può supportare gli ecommerce italiani con soluzioni ad hoc: attraverso alcune piattaforme fintech è possibile ricevere i fondi direttamente nella propria valuta, effettuare pagamenti multivaluta in tutto il mondo e inviare denaro a fornitori, dipendenti e partner commerciali in tempi molto rapidi, riducendo di molto la conseguente esposizione al rischio.

I tassi di cambio sono attualmente molto instabili: in primis per mitigare questo rischio bisogna tenere d’occhio attentamente le valute che vengono utilizzate dagli acquirenti per pagare. È inoltre preferibile riscuotere pagamenti in diversi Paesi e valute. Così facendo si avrà più controllo sui guadagni e mediante strategie di gestione del rischio di cambio si potrà evitare di erodere i margini. In questo modo, anche in situazioni così incerte a livello economico come quella attuale, si potrà continuare a investire a livello internazionale e permettere ai prodotti locali di superare i confini, riducendo le incertezze sui profitti

Infine, uno degli argomenti più discussi di oggi è l’Intelligenza Artificiale che non è esente neanche in ambito e-commerce. Questa innovazione tecnologica sta rivoluzionando anche il mondo del commercio digitale supportando i rivenditori online nell’offrire agli utenti digitali un’esperienza d’acquisto ottimizzata e sempre più personalizzata grazie all’impiego di algoritmi e tecnologie come il Machine Learning. Grazie alla raccolta dei dati degli utenti, i gestori degli shop digitali possono prendere decisioni strategiche più mirate per il loro business e modellare la loro offerta di prodotti o servizi in base alle singole preferenze ed esigenze degli acquirenti. Avvalersi di tali strumenti per le imprese costituisce quel plus con cui ottimizzare al meglio le vendite e ampliare il proprio mercato.

Nonostante la situazione mondiale risenta dell’incertezza causata dall’attuale crisi bellica, dai recenti dati emerge che l’export italiano ha superato del 7,5% i livelli pre-pandemia. Questo conferma la competitività del Made in Italy nell’arena internazionale, processo che deriva dalla peculiare struttura del sistema produttivo stesso: numerose “nicchie” e filiere di dimensioni medie e medio-grandi, molte delle quali leader a livello internazionale. Ecco così che l’e-commerce può davvero rappresentare la differenza per il futuro del nostro Made in Italy: un business più snello, innovativo e che può arrivare ovunque.

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