Licenziamento disciplinare e novità previste dal Jobs Act

La riforma è intervenuta soprattutto in materia di reintegrazione
del 13/01/15 -

Dal gennaio 2015 cambiano le regole in materia di licenziamento disciplinare.

A breve, infatti, entrerà in vigore il c.d. Jobs Act il quale, in caso di licenziamento illegittimo, renderà più difficile per il lavoratore ottenere la reintegrazione nel posto di lavoro.

Andiamo con ordine.

La riforma Fornero, per i datori con più di 15 dipendenti che intimavano un licenziamento disciplinare illegittimo, prevedeva la reintegrazione in 2 ipotesi:


  • quando il fatto attribuito al lavoratore era insussistente (in pratica quando al dipendente era attribuito un fatto disciplinare mai commesso);

  • quando il fatto era stato realmente commesso dal lavoratore, ma il contratto collettivo applicabile al rapporto di lavoro o il codice disciplinare aziendale prevedevano, per quel fatto, non il licenziamento, bensì l'applicazione di una sanzione disciplinare minore.



Adesso invece il Jobs Act, applicabile solo ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato a partire dal gennaio 2015, prevede la reintegrazione, a carico dei datori di lavoro con più di 15 dipendenti, nella sola ipotesi in cui il fatto attribuito al lavoratore è insussistente.

Complessivamente, quindi, diminuiscono le tutele in favore del lavoratore.

La difficoltà inoltre nasce dal fatto che dovrà essere il lavoratore a provare un fatto negativo, vale a dire l'insussistenza del fatto disciplinare attribuitogli (prova certo non facile da portare in giudizio).



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