Nada presenta il suo nuovo disco "Occupo poco spazio" tra canzone d’autore e un’energica anima punk
“Occupo Poco Spazio” è il titolo del nuovo lavoro di Nada, in uscita il 14 marzo per Santeria (distribuzione Audioglobe), un album che conferma un percorso artistico lontano dalle logiche meramente commerciali con il quale festeggia i suoi 45 anni di carriera.
del 13/03/14 - di Pippo Augliera
“Occupo Poco Spazio” è il titolo del nuovo lavoro di Nada, in uscita il 14 marzo per Santeria (distribuzione Audioglobe), un album che conferma un percorso artistico lontano dalle logiche meramente commerciali con il quale festeggia i suoi 45 anni di carriera.
E’ stato presentato in anteprima a Livorno il 9 gennaio, al teatro La Goldonetta, nell’ambito di un concerto applauditissimo con il quale ha chiuso le iniziative e gli eventi collegati alla fortunata manifestazione ”Sonata di Mare”.
Successivamente è stato pubblicato il primo singolo estratto “L’ultima festa”, in cui viene crudamente descritto, in maniera incisiva e ironica, il funerale di un mondo e di un Paese, il nostro, che danza sull’orlo del baratro. E la voglia di non rendersi complice: ‘Non m’invitare al funerale della stagione andata male, ché seppelliscono le idee e tutto resta sempre uguale. E se ti chiedono di me, digli che non ricordi bene….’
“Occupo Poco Spazio” affronta il jazz con il piglio del rock, la canzone d’autore con la leggerezza della poesia, unendo dolcezza e femminilità al piglio aggressivo di chi non si accontenta mai ma vuole sempre mettersi in gioco. Contiene anche un’energica anima punk che dà vita ad un pop colto e graffiante in grado di catturare chi ascolta.
Il disco, coraggioso e affascinante, prosegue il mix creativo tra canzone d’autore, rock’n'roll e letteratura di Nada Malanima. La cantautrice ha realizzato, ancora una volta, un’opera di grande intensità, in cui si fondono sia il richiamo alla tradizione musicale d’autore (su tutti Piero Ciampi) e lo spirito libero che la contraddistingue ormai da anni.
‘Ho cominciato a pensare al disco, commenta Nada, non appena concluso il precedente. Alla fine un paio di annetti ce li ho messi. C'è sempre il pensiero di dover fare sempre qualcosa. Soprattutto all'inizio, quando comincio a lavorare su materiale nuovo penso sempre che non riuscirò a scrivere niente. Per questo mi do anche orari e dei tempi di lavoro, non aspetto che l'ispirazione arrivi dal nulla perché a me non succede. Però poi mettendomi lì, magicamente succede qualcosa. E allora tutto va.’
‘Allo stesso tempo, è fondamentale - rivela - sapersi concedere dei momenti di raccoglimento per imparare ad ascoltarsi. Un po' come la donna dal volto coperto rappresentata sulla copertina del disco. Ma non è nascosta da una maschera, è più che altro un elmo. E' una donna che si guarda dentro, che per un attimo stacca con quello che c'è fuori. Per un attimo dimentica il clamore del bene e del male e si guarda dentro. Il suo centro.’
In questo nuovo capitolo, il quinto dall’ultimo cambio che le ha visto voltare definitivamente le spalle alla canzone leggera, racconta di storie intime, piccole e grandi, di amori appena sussurrati o silenziosi, di solitudini, di scelte di vita difficili in un mondo che sembra aver dimenticato il significato più vero della parola Anima.
‘Tutte queste canzoni sono un po' al femminile e raccontano di donne che non si nascondono, sono vere e si mettono in gioco. Alla luce senza mezzi termini. Ci sono i momenti però che il mondo non ti aiuta, che ti senti “sfatto come una polpetta”. In un mondo dove bisogna essere perfetti e giusti e se si hanno difetti si è poco interessanti, io credo invece che il potere dire queste cose naturali della vita sia più vero e reale. Mi piace raccontare tutto alla luce, senza mezzi termini.’
‘Allo stesso tempo, è fondamentale - prosegue - sapersi concedere dei momenti di raccoglimento per imparare ad ascoltarsi. Un po' come la donna dal volto coperto rappresentata sulla copertina del disco. Ma non è nascosta da una maschera, è più che altro un elmo. E' una donna che si guarda dentro che per un attimo stacca con quello che c'è fuori. Per un attimo dimentica il clamore del bene e del male e si guarda dentro. Il suo centro.
Suonato in presa diretta da una piccola orchestra di musicisti fra i più apprezzati nel panorama indipendente italiano, qui magistralmente diretti da Enrico Gabrielli, grande artista toscano e polistrumentista, che ha realizzato anche gli arrangiamenti.
‘Mentre scrivevo le canzoni, spiega Nada, mentre prendevano vita queste storie sentivo che avevo bisogno di sonorità un po' diverse, di qualcosa che interagisse con i pezzi. Ho cercato di mettere un po' di ordine nelle idee, provando anche con il computer. E mi sono resa conto che questa cosa funzionava e mi piaceva molto. Così ho chiamato Enrico Gabrielli che mi sembrava adatto al tipo di lavoro. E' un musicista con una formazione classica ma lavora con gruppi rock e ha un'ampia visuale sulla musica. Ci siamo scambiati le idee, gli ho dato il materiale che ha elaborato, a volte anche stravolgendolo. Ed è nata questa orchestrina che interagisce con le canzoni non fa solo atmosfere.’
Al disco partecipano alcuni dei migliori strumentisti italiani come – oltre a Gabrielli – Rodrigo D’Erasmo degli Afterhours, Luca Cavina dei Calibro35, Daniela Savoldi de Le Luci della centrale elettrica, e una ricca sezione di fiati. Suoni curati da Tommaso Colliva, e i migliori nomi del panorama indipendente italiano, come Alessandro Grazian, Rodrigo D’Erasmo e Roberto Dellera.
Il tour successivo alla pubblicazione, che la porterà in giro per l’Italia, partirà il 22 marzo. Presenterà dal vivo sia i suoi nuovi pezzi che quelli classici, sarà accompagnata da una formazione inedita: Francesco Motta, tastiere; Francesco Pellegrini, chitarre; Ugo Nativi, batteria; Tony Cattano, trombone e Luciano Turella, viola.
‘Non ci sarà tutta l'orchestra, conclude entusiasta Nada, saremo in formazione ridotta ma il disco sarà fedelmente riprodotto. Ci sarà una viola, un trombone che per me è un po' insolito. Ma non vedo l'ora perché cantare queste canzoni per me è una goduria.’