Prevenzione maschile: ecco il calendario della salute urologica
Con i consigli dell'esperto Nicola Macchione per superare reticenze e tabù anche nei più giovani, con l’aiuto di genitori e partner
del 01/12/22 - di Mariella Belloni
• Età pediatrica: le patologie urologiche nei bambini sono in netto aumento, bisogna prestare molta attenzione alle alterazioni anatomiche dell'uretra.
• Adolescenti e giovani sino ai 25 anni: con la pubertà effettuare controlli regolari sulla maturazione dell’apparato genitale diventa fondamentale, l'abitudine alla prevenzione comincia a questa età: ecco perché.
• Adulti dai 25 anni in poi: i controlli sono utili in particolare per la valutazione della fertilità e la cura di patologie comuni come le prostatiti, molto diffuse intorno ai 30 anni.
• Tra i 40 e i 50 anni: un check-up biennale è opportuno per escludere patologie oncologiche.
• Dopo i 50 anni: il rischio di tumore alla prostata è più elevato e il controllo dev’essere annuale.
Perché gli uomini sottovalutano la prevenzione, soprattutto in ambito urologico? All’origine di questa tendenza – così distante dalla media delle donne, più attente a effettuare controlli regolari – pesano fattori di tipo psicologico-relazionale, come il timore di risultare meno virili ma anche la convinzione diffusa che, in specifiche fasi di età, sia “tutto a posto” salvo l’insorgere di problemi evidenti. La prevenzione maschile deve tuttavia diventare un’abitudine – come per le donne – senza sottovalutare l’importanza di controlli regolari anche prima dei “fatidici” quaranta.
In conclusione della campagna internazionale “Movember”, occorre ricordare che solo promuovendo sin dall’adolescenza un approccio più libero e attento alla salute urologica maschile è possibile consolidare la buona pratica della prevenzione, che deve divenire una vera e propria abitudine, come sottolinea Nicola Macchione, medico chirurgo specializzato in urologia e andrologia attivo nel circuito Doctolib – tech company d'eccellenza nel settore della sanità digitale e leader europeo con sedi in Francia (dove è nata nel 2013), Germania e Italia.
Il calendario della salute urologica: l’infanzia
“Negli ultimi anni le patologie urologiche in età pediatrica sono in netto aumento con, ad esempio, l’insorgenza di alterazioni anatomiche dell’uretra, una tendenza che sembrerebbe correlata all’eccessivo inquinamento” - spiega il dottor Macchione. “Nel bambino, in ogni caso, un primo controllo urologico va fatto alla nascita, per verificare la presenza di entrambi i testicoli. Poi, negli anni, va seguito tramite visite regolari lo sviluppo dell’apparato genitale, in particolare l’apertura del prepuzio, che deve avvenire sempre naturalmente: mai fare ginnastiche prepuziali, come in passato suggerivano alcuni pediatri”.
È una fase, questa, nella quale i genitori sono più attenti e, se viene costruito un rapporto di fiducia con il pediatra ed eventualmente con l’urologo-pediatra, il percorso di prevenzione prende il via sui giusti binari.
Adolescenti e giovani adulti, l’età “dimenticata”
“Tra i 14 e i 16 anni, quando il corpo dei ragazzi cambia in modo graduale e attraversa la pubertà, effettuare controlli regolari sulla maturazione dell’apparato genitale diventa fondamentale” - continua Macchione. “In questa fase delicata, soprattutto per gli adolescenti, il consiglio a tutti i genitori è di rimanere in contatto con i cambiamenti corporei dei ragazzi. Questo perché un adolescente non dirà mai di avere un problema, salvo in presenza di un dolore o un fastidio acuto: solo mantenendo un dialogo aperto e attivo, in particolare quando cominciano a esserci le prime esperienze sessuali, si può instaurare e consolidare l’abitudine alla prevenzione. Non solo, mentre le ragazze della stessa età ricevono un’educazione solida rispetto all’importanza di effettuare controlli ginecologici regolari, che si trasforma presto in un’abitudine e un’attenzione generalizzata alla propria salute, lo stesso trattamento non è esteso ai ragazzi: i genitori tendono a pensare che, nei maschi, non ci sia necessità di effettuare controlli salvo in presenza di problematiche evidenti”.
Un approccio controproducente, spesso dovuto a un eccessivo pudore da parte dei genitori.
“Per questo è importante abbracciare una cultura diversa” - precisa Macchione, che con i giovani comunica normalmente anche tramite i social, dove è conosciuto come md_urologist - “dando il giusto peso alla presa in carico della salute urogenitale maschile. Se trascurata in adolescenza, quando i ragazzi si affacciano alla vita adulta, è probabile che si continuerà a procrastinare visite e controlli anche in età matura. In questo senso può essere d’aiuto ai genitori un cambio di prospettiva, per vedere oltre la funzione sessuale degli organi genitali che vanno trattati come tutti gli altri, superando imbarazzi e tabù”.
Cosa fare dai 25 anni in su e dopo i 40 e i 50 anni
“Superati i 25 anni, è necessario effettuare controlli regolari e costanti” - continua Macchione - “e le visite sono solitamente orientate, salvo problematiche specifiche, alla valutazione della fertilità e alla cura di patologie comuni come le prostatiti, molto diffuse intorno ai 30 anni”.
Diverso il discorso dopo i 40 anni: “in questa fascia di età è fondamentale che il check-up diventi biennale, per escludere patologie oncologiche – soprattutto in chi ha una storia familiare nella quale sono presenti – in particolare il tumore alla prostata e quello alla mammella, che, va ricordato, è dovuto alla mutazione dello stesso gene che provoca il tumore alla prostata”.
“Dai 50 anni, poi, quando il rischio di tumore alla prostata è più elevato, il controllo deve diventare annuale e finalizzato alla valutazione dello stato di salute dell’apparato urogenitale e allo screening oncologico”.
Il ruolo fondamentale della donna (è lei di solito che prenota la visita urologica per l'uomo)
Superata l'età nella quale a seguire il bambino o il ragazzo sono i genitori, in primis la mamma, diventa particolarmente importante il ruolo della donna, che sempre più spesso fa da ponte tra urologo e paziente.
“Nella mia esperienza, 7 pazienti su 10 vengono letteralmente ‘spediti’ a fare i controlli dalla propria compagna” - conferma Macchione. “Questo perché c’è ancora molta reticenza e vergogna nel condividere eventuali problematiche dalla cintola in giù, persino con il medico. Ammettere una debolezza è percepito quasi come una colpa. In più della metà dei casi sono quindi le compagne, culturalmente più sensibili ed educate alla prevenzione, a far sì che il partner si presenti agli appuntamenti e rispetti i controlli”.
Per semplificare l’accesso all'assistenza sanitaria e la prenotazione delle visite, anche di quelle urologiche, Doctolib mette a disposizione di tutti i cittadini il portale www.doctolib.it attraverso il quale è possibile prenotare appuntamenti con medici di medicina generale, pediatri e specialisti adatti alle proprie esigenze.
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