Formula1: un prodotto diventato ormai noioso?
di RTR Sports Marketing
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Tempo liberoDa anni ci si lamenta di come la Formula 1 sia diventata noiosa. Questo sentimento, la noia, viene tirato in ballo dal medio spettatore domenicale ma anche dall’appassionato. Ma e’ veramente questo il problema della Formula1? Ecco una breve analisi sulla F1 come Sports Entertainment, sui fattori piu’ importanti dell’attuale Formula1 intesa come prodotto e sui segmenti di consumatori da attrarre.
Da anni ci si lamenta di come la Formula 1 sia diventata noiosa. Questo sentimento, la noia, viene tirato in ballo dal medio spettatore domenicale ma anche dall’appassionato. Ma e’ veramente questo il problema della Formula1? Ecco una breve analisi sulla F1 come Sports Entertainment, sui fattori piu’ importanti dell’attuale Formula1 intesa come prodotto e sui segmenti di consumatori da attrarre.
Cosa deve cambiare nella fruizione di questo milionario prodotto di entertainment per aumentare il market share?
E cosa ne sappiamo dei competitor?
Proviamo ad analizzare.
Lo scorso Luglio la GPDA (Gran Prix Driver Association) ha pubblicato i dati del famoso sondaggio sullo stato di salute in termini di apprezzamento della Formula1. Un sondaggio che ha fornito dati interessanti.
Si sente sempre dire che uno dei problemi dell’attuale F1 sia la complessita’ dei Gran Premi e delle vetture, dai dati viene pero’ fuori che quasi il 90% dei telespettatori reputa “importante” capire le strategie ed entrare quindi nel vivo della corsa.
Il 61% si schiera a favore del ritorno dei rifornimenti, un segnale che la tanto attaccata complessita’ dello show non e’ un problema.
Al contrario, e’ un problema sapere che il 43% di coloro che hanno risposto al sondaggio non sarebbe disposto a pagare per guardare la F1. Questo dato puo’ essere attribuito a questioni culturali, in parte, ma anche ad una diversa considerazione in termini di product value tra il brand F1 e lo spettatore: la F1 pensa di valere piu’ di quanto lo spettatore sia disposto a pagare.
Quindi, il problema non sta nel prodotto, ma nel modo in cui viene “venduto” al pubblico.
Percio’ bisogna alzare il valore del prodotto o trovare un modo piu’ economico per vendere il prodotto ed Ecclestone avrebbe modo di negoziare in questo senso se solo volesse farlo.
Un punto da risolvere e’ invece, stando ai dati, l’adozione dei nuovi propulsori ibridi, attaccati per il sound e per la fragilita’, ma in questo senso bisogna dare atto al Circus che tra scarichi doppi e affidabilita’ soddisfacente sta recuperando consensi.
Bisogna poi analizzare i segmenti di consumatori della Formula1: a inizio stagione, quando la Ferrari sembrava poter dare filo da torcere alla Mercedes, gli ascolti dei gran premi hanno subito un’impennata, cio’ vuol dire che una larga parte dei consumatori e’ composta da persone che seguono la F1 soltanto in determinate occasioni.
Questo segmento non e’ pero’ quello su cui vale la pena investire, perche’ difficilmente sara’ fidelizzato e andra’ oltre la passiva visione di un gran premio.
Quello su cui bisogna lavorare sono i giovani poiche’ sono piu’ facilmente veicolabili e piu’ portati all’utilizzo dei social che rimangono un metodo piu’ economico e attuale per la diffusione di un prodotto, a patto che li si voglia utilizzare al meglio.
Gli appassionati rimangono lo zoccolo duro dello share e sono quei consumatori da trattanere e da ascoltare.
I competitor? Ci sono, il WEC appassiona sempre di piu’ ma, fortunatamente per Bernie, il formato del prodotto rimane meno fruibile della F1. Le serie americane faticano in Europa piu’ di quanto il Circus faccia in USA e il WRC rimane una catogoria di nicchia.
La neonata Formula E, con le sue gare in streaming, sta dando un segnale molto forte e se i suoi followers aumentano non e’ certo per l’adrenalina o il sound dei motori.
Concludendo, cambiare il prodotto Formula1 e’ un’operazione estremamente complessa che a piccoli passi va pero’ fatta.
Da questa analisi e’ pero’ chiaro come il problema vero risieda nella fruizione del prodotto da parte del pubblico.
Rinegoziare gli accordi con i colossi della tv per ottenere pacchetti ad hoc magari piu’ economici sarebbe una soluzione ragionevole, perche’ non tutti per guardare la F1 sono disposti a pagare anche per rugby, tennis e ping-pong.
Inoltre puntare sui social e’ ormai d’obbligo e non parlo di Twitter o Instagram, intendo invece un modello di business piu’ simile a quello della Formula E.
Bisogna cambiare prospettiva, il mercato cambia anche se qualcuno non vorrebbe far cambiare nulla.